10 dicembre 2024 – Giornata dei Diritti Umani
“Oggi nel mondo 9 posti di lavoro su 10 sono concentrati nel settore privato. Un dato che rende oltremodo evidente quanto la tutela dei diritti umani lungo le filiere globali che portano beni e servizi a casa nostra, dipenda sempre più dalla definizione di modelli d’impresa responsabili, consapevoli e trasparenti, in grado di scongiurare e prevenire fenomeni di sfruttamento che ancora riguardano milioni di lavoratori in tanti settori. Per questo è cruciale che le imprese anche in Italia, soprattutto le più grandi, inizino a tradurre in azioni concrete le tante dichiarazioni d’intenti che si sono susseguite negli ultimi anni”.
È l’appello lanciato da Oxfam Italia in occasione della Giornata Mondiale dei Diritti Umani, tramite Marta Pieri, Responsabile Private Sector Engagement dell’organizzazione.
A restituire una fotografia esaustiva su quanto ancora resti da fare a livello globale da parte del settore privato è l’ultimo report realizzato della World Benchmark Alliance (WBA), di cui Oxfam fa parte, che ha analizzato l’implementazione dei Principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani (UNGP), da parte di alcune delle più grandi aziende del mondo negli ultimi 5 anni, offrendo un’interessante valutazione delle prestazioni e della trasparenza in materia di diritti umani nelle aziende.
Dall’esame di 244 aziende operanti in 5 settori ad alto rischio – alimentare, tessile, information tecnology, estrattivo e automotive- è infatti emerso che:
Facendo propri i principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani, la nuova Direttiva sulla Due Diligence (CSDDD), obbliga oggi le aziende europee (con più di 1000 dipendenti e 450 milioni di fatturato) a mettere in piedi un sistema di strumenti e procedure per conoscere quali sono i propri impatti sui diritti umani (e sull’ambiente), per prevenirli e mitigarli.
Un percorso che in alcuni casi può essere lungo e complesso nel centrare davvero l’obiettivo. Per questo Oxfam Italia – tramite il proprio Advisory Service – ha deciso di lavorare a fianco di diverse aziende italiane per fornire formazione, consulenza e strumenti concreti nell’ambito della sostenibilità sociale, sui temi dei diritti umani, del lavoro dignitoso, delle filiere responsabili e dell’inclusione di genere.
“Parlare di procedure, policy e monitoraggio dei risultati non stupisce le aziende, assuefatte a questi strumenti, applicati a tutte le aree del business. – aggiunge Pieri – Quello che crea davvero disorientamento quando iniziamo un percorso di supporto all’implementazione di un sistema di due diligence aziendale sui diritti umani, sono le modalità con cui si chiede di farlo e gli strumenti ed elementi che la direttiva introduce: un coinvolgimento degli stakeholder significativo, un sistema di segnalazione e reclamo di libero accesso, la trasparenza applicata alle proprie performance e a tutta la filiera del valore, uscendo dai confini della propria azienda.”
“Le aziende che collaborano con Oxfam sul tema dei diritti umani trovano i migliori benefici nel supporto ad acquisire strumenti pratici e risolvere questioni concrete. L’impegno dell’Advisory Service di Oxfam è quello di spingere costantemente le imprese ad alzare le proprie ambizioni, considerando obiettivi sfidanti ma realistici – conclude Pieri – Lavoriamo con le aziende per aiutarle a conoscere l’impatto delle proprie operazioni e delle proprie filiere sui diritti umani, ma soprattutto per accompagnarle ad applicare gli strumenti su cui hanno ancora le maggiori difficoltà, come la prioritizzazione degli impatti e i meccanismi di segnalazione e reclamo. Vogliamo che le aziende con cui collaboriamo possano non solo diventare un punto di riferimento per la responsabilità sociale in un certo settore, ma facciano davvero la differenza nella vita di milioni di persone in tutto il mondo. Rispettare i diritti umani svolgendo il proprio business è una responsabilità etica di tutte le imprese da sempre: certamente non deve esserlo solo per la nuova direttiva europea.”